417 questionari somministrati su tutto il territorio italiano a persone con sindrome di Down: solo il 17,3% dei maggiorenni intervistati lavora. Il dato, oltremodo preoccupante, è emerso dall’indagine condotta nel corso del 2022 dal CoorDown, Coordinamento nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down, con l’obiettivo di analizzare lo stato e le criticità delle prassi adottate nei percorsi di valutazione dell’invalidità civile e della disabilità ai fini del collocamento mirato (Legge 68/99).
La bassa percentuale di occupati trova una spiegazione in altri dati registrati nel corso dello studio e che descrivono due problematiche che sembrano impattare maggiormente sull’inclusione lavorativa delle persone con sindrome di Down: il cospicuo numero di soggetti in possesso del riconoscimento della condizione di disabilità e il divario presente tra le varie zone del Paese.
È significativo, infatti, come più della metà degli intervistati maggiorenni (51,8%) non disponga del requisito fondamentale per l’accesso al collocamento mirato, ovvero il riconoscimento della condizione di disabilità. Nel dettaglio, il 35,4% delle persone prive di tale certificazione non l’ha mai richiesta, il 10,6% è stato dichiarato incollocabile e il 5,8% sta aspettando una convocazione.
Per quanto concerne la distribuzione territoriale dell’occupazione, invece, lo studio condotto da CoorDown evidenzia ancora una volta le differenze tra le regioni del Nord e quelle del Centro e del Sud Italia. A fronte della media nazionale del 19,9% dei maggiorenni che non sono occupati in nessun tipo di attività (lavoro, studio, tirocini), le percentuali riferite al Mezzogiorno e al Centro sono, rispettivamente, del 34,2% e del 29,7%. È nelle regioni settentrionali, e in particolare nel Nord Ovest, che è stata rilevata la maggiore frequenza di un’occupazione.
